E’ dedicato
a Giulio Ruffini ( 1921-2011) il tradizionale calendario
artistico del 2014 promosso dalla Cassa di Risparmio di
Ravenna Spa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Ravenna.
La presentazione di Franco Gàbici delinea un profilo
biografico dell’artista ravennate, probabilmente il piu’
importante pittore ravennate della seconda parte del
secolo scorso ed uno dei piu’ apprezzati artisti
dell’intera scena regionale. Accanto al sempre atteso
catalogo della “Cassa”, una novità di sicuro interesse
per tutti gli amanti dell’arte e del maestro
particolare. La Galleria NiArt di Via Anastagi, 6 a
Ravenna infatti, dal giorno domenica 8 Dicembre (ore
10,30 inaugurazione) fino al 24 dicembre 2013 esporrà le
opere originali del maestro Ruffini contenute ne
“Calendario 2014”.Un viaggio di grande suggestione, che
in dodici significative opere, ripercorre liberamente la
lunga vicenda artistica di Giulio Ruffini. La
mostra-omaggio a Giulio Ruffini verrà inaugurata
pubblicamente Domenica 8 Dicembre alle ore 10,30, alla
presenza dell’Asssessore alla Cultura del Comune di
Ravenna Ouidad Bakkali; di Franco Gabici ,curatore del
“Calendario della Cassa 2014”; di Paolo Trioschi che ha
curato l’allestimento delle opere e di Felice Nittolo
della Galleria niArt nonché “anima” del progetto di
riscoperta dei maesti d’arte del Novecento ravennate.
L’ingresso alla mostra è gratuito. L’iniziativa è
patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune e
della Provincia di Ravenna, in collaborazione con
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Cassa di
Risparmio di Ravenna s.pa.
Giulio Ruffini nasce il 18 Luglio 1921 a Villanova di
Bagnacavallo. Figlio unico di padre operaio e di madre
bracciante agricola, frequenta le scuole tecniche,
manifestando nel contempo una particolare
predisposizione per le pratiche artistiche ed in
particolare per il disegno. Nel 1942 comincia a
frequentare la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola
diretta da Luigi Varoli. Nell’ immediato dopoguerra
inizia l’ attività artistica partecipando a diversi
concorsi di pittura. Nel 1951 ottiene il “ Premio
Diomira” a Milano, nel 1952 vince il “Premio Suzzara”
con un opera intitolata “Pietà per il bracciante
ucciso”, considerata con merito dalla critica al punto
da accreditare l’ artista nell’ ambito del movimento
realista. Nel 1953 vince il I° premio alla “Biennale
Romagnola” di Imola. Nel 1954 allestisce la sua prima
personale al Circolo di Cultura di Bologna ed è presente
con due dipinti (Vaso con cestino di foglie e Due
braccianti che riposano ) alla Biennale di Venezia.
Nello stesso anno dipinge la sua prima “crocefissione” ,
un tema largamente praticato dall’ artista per tutto il
decennio successivo con opere attestanti una progressiva
accentuazione di accenti dolorosi e drammatici.Nel 1955
è invitato alla Quadriennale di Roma ed alla mostra “60
artisti del prossimo trentennio” , ideata ed allestita a
Prato da Carlo L. Ragghianti. Con “Eccidio di
partigiani” è premiato alla “Mostra della Resistenza” di
Ferrara del 1955.Verso la metà degli anni Cinquanta
inizia a frequentare Mattia Moreni, già incontrato dall’
artista al tempo dell’ alunnato varoliano,ed esperimenta
forme di convergenza fra il linguaggio realista e le
poetiche informali. Nel 1957 inizia l’ attività di
insegnante al Liceo Artistico di Ravenna. Nel 1960 vince
il secondo premio al “premio Suzzara” come anche nel
1967. Nel 1963 ottiene un importante riconoscimento al
“Premio Silvestro Lega” di Modigliana con
“Lamentazione”, un grande bozzetto realizzato dieci anni
prima. In un contesto di rottura rispetto ai
tradizionali canoni figurativi,senza tuttavia
allontanarsi dalle tematiche sociali,verso la metà degli
anni Sessanta inizia a dipingere la serie degli
“Incidenti” con grovigli di corpi umani e di auto
tragicamente evocativi di una condizione umana
mortalmente segnata anche dal fenomeno della
trasformazione metropolitana del territorio.
Nel 1965 vince il I° premio cartone per mosaico “Omaggio
a Dante” a Ravenna. Nel ’67 è per la prima volta
presente con successo al “Premio Campigna”, l’
importante rassegna nazionale d’arte di Santa Sofia. Un
anno più tardi esce la monumentale monografia curata da
Raffaele De Grada per le edizioni La Bottega di Ravenna.
L’ ultimo scorcio degli anni Sessanta segna il pieno
ritorno di Ruffini alla figurazione, con un progressivo
abbandono dei valori peculiarmente espressionistici che
avevano segnato l’ opera dell’ ultimo periodo a favore
di una valenza simbolica ed allegorica delle immagini.
Prende corpo, a partire dal 1967, la ricerca
sostanzialmente introspettiva dell’ artista, risolta
mediante intimistiche sovrapposizioni di realtà e di
memoria. Inizia la serie intitolata “Scomparsa della
Romagna”, strettamente connessa ad altri filoni tematici
come i “Monumenti” (quelli alla madre, al contadino e al
poeta contadino), le “Rovine”, le “Archeologie”, tutte
dedicate al mondo rurale, al suo paesaggio, alla sua
cultura, mentre è al disegno ed all’incisione che il
pittore preferisce affidare anche motivi di satira
politica e di racconto sulla storia d’ Italia e la
realtà nazionale.Tra gli anni Settanta e Ottanta l’
artista opera intensamente sia in campo pittorico che in
quello grafico e incisorio. Si fanno più rade, invece,
le sue apparizioni pubbliche. Nel 1970 viene allestita
un’ importante mostra personale di sole opere grafiche
al Centro Attività Visive Palazzo dei Diamanti a
Ferrara. Nel 1971-72 è presente alla Biennale d’ Arte
“Città di Milano” e alla quarta edizione della Biennale
Internazionale d’ Arte “Morgan’s Paint”.Nel 1974, viene
allestita una grande mostra antologica a Faenza nell’
ambito della rassegna “Tre artisti in Romagna” (Piraccini,
Ruffini, Sartelli ), presentata da Francesco
Arcangeli.Nel 1974 e nel ’76 partecipa a due importanti
rassegne di grafica: “Disegno satirico e politico” a
Forte dei Marmi, “Disegno e Piccola Scultura” a Milano.
Sono di questi anni anche diverse personali a Milano,
Bologna, Forlì. Nel 1980 è invitato alla mostra “Arte e
mondo contadino” allestita a Torino e a Matera. Mostre
personali gli vengono dedicate dalle amministrazioni
comunali di Lugo e Alfonsine nel 1988. Nello stesso anno
è presente alla Biennale Nazionale di Grafica “A.
Martini” di Oderzo ed alla mostra “Segni nella Romagna”
a Bagnacavallo. Nel 1991 viene allestita la personale
“Arte come storia” al Museo del Senio di Alfonsine.Il 26
ottobre 1997 si inaugura alla Loggetta Lombardesca l’
“antologica” promossa dal Comune di Ravenna. Nel 1999,
il “ corpus “ incisorio di Giulio Ruffini viene
presentato al Centro Culturale Polivalente di
Bagnacavallo. Due anni più tardi sue opere figurano alla
mostra “Pittura in Romagna. Aspetti e figure del
Novecento”, promossa a Cesena dalla Banca Popolare dell’
Emilia Romagna.Alla primavera-estate del 2002 risale la
grande mostra intitolata “Scomparsa della
Romagna”,curata da Orlando Piraccini allestita a Palazzo
Albertini di Forlì e successivamente trasferita al Museo
San Rocco di Fusignano. E’ del dicembre 2006 la mostra
“G. Ruffini – Lavoro e Memoria “Palazzo Marini” di
Alfonsine.Nel 2007-’08 apre alla sala “Manica Lunga”
della Biblioteca Classense di Ravenna la personale “G.
Ruffini – L’Occhio del Poeta". Nella primavera del 2011
le Sale “Lino Longhi” ospitano la mostra “Per i 90 anni
di Giulio Ruffini: i quadri dell’Anima”curata da Paolo
Trioschi. Giulio Ruffini si è spento a Ravenna il 1°
Settembre 2011.