Felice Nittolo non
dimentica lo sterminio di milioni di ebrei e nella
giornata della memoria dedica alcune sue opere al tema
dell'OLOCAUSTO
Egli utilizza
tessere di vetro tagliente, chiodi arrugginiti e filo
spinato per realizzare opere sanguinanti impregnate di
memoria
Vernissagemercoledì
27 gennaio ore 18:00
Il Giorno della Memoria
Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano
aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che
apparvero agli occhi dei soldati sovietici che
liberarono il campo sono impresse nella nostra memoria
collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri
campi di concentramento e di sterminio creati dalla
Germania nazista, erano stati commessi crimini di
incredibile efferatezza. Tali crimini non furono
commessi solo contro il popolo ebraico e altri popoli e
categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando
una sorta di punto di non ritorno nella Storia
L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di
conoscenze, nel cuore del continente più civile e
avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il
suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle
conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa
era allora protagonista indiscussa, in strumenti per
annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra
tutti gli ebrei d’Europa
Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si
risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come
era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E,
soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in
atto per scongiurare che accadesse di nuovo
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si
era macchiato nacque, nel 1948, la Dichiarazione
universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni
Unite allo scopo di riconoscere a livello internazionale
i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni
nazione
Il 27 gennaio 2010 si celebrerà in Italia per la decima
volta il Giorno della Memoria. Dieci anni sono passati
da quando fu chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane di partecipare all’attuazione delle iniziative,
promosse dalle istituzioni dello Stato italiano e in
particolare dal Ministero dell’Istruzione, che avrebbero
caratterizzato lo svolgimento di questa giornata. Oggi
il Giorno della Memoria è diventato un’occasione
fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani
tramite una importante attività didattica e di ricerca
Da allora l’ebraismo italiano si è a più riprese
interrogato sul modo di proporre una riflessione che non
fosse svuotata dei suoi significati più profondi,
riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle
giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, crediamo
infatti che occorra cercare di perpetuare il senso vero
di questo giorno
Molti sono stati in questi anni gli studi, gli articoli,
le riflessioni e le pubblicazioni di studiosi e
intellettuali che hanno tentato di definire e ridefinire
costantemente il senso della Memoria
Esiste infatti una problematica della relazione tra
Storia e Memoria. La Shoah è ormai consegnata ai libri
di Storia, al pari di altri avvenimenti del passato.
Pochi testimoni sono rimasti a raccontarci la loro
esperienza. Si potrebbe ipotizzare una Memoria
cristallizzata nei libri, come un evento importante ma
lontano nel tempo, da studiare al pari di qualsiasi
altro capitolo di un libro scolastico, con il rischio di
rendere distante il significato e la ragione vera per
cui il Giorno della Memoria è stato istituito per legge
L’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada mai
più, in nessun luogo e in nessun tempo. E’ di enorme
importanza che le nuove e future generazioni facciano
proprio questo insegnamento nel modo più vivo e
partecipato possibile, stimolando il dibattito, le
domande, i “perché” indispensabili per la comprensione
di quei tragici eventi
Favorendo
noi una riflessione vivace nei ragazzi, renderemo forse
il servizio migliore a questo Giorno che, per essere
vissuto nel modo più autentico, necessita di un pensiero
non statico, non nozionistico
Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti,
anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità sia
stata in grado di fare, affinché non accada mai più
Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della
Memoria, ed è un bene prezioso per tutti
Renzo
Gattegna
Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane