APOCALISSE
Accesi
contrasti di rosso fuoco sgorgano dalle violente
pennellate di FELICE NITTOLO.
Questa volta la sua vitalità espressiva ci attrae e ci
coinvolge evocando gli inferi del giudizio universale
che verrà.
Secondo una previsione tratta dall'apocalisse di
Giovanni, la fine del mondo doveva già avvenire
nell'anno mille.
Felice Nittolo, evocando l'instabilità della vita umana,
ci dimostra come la paura del giudizio universale abbia
sempre generato capolavori nel corso dei secoli. La
cattedrale di Bourges, gli arazzi del duomo di Angers,
Luca Signorelli, Beato Geronimo Bosch, Michelangelo sono
solo alcuni dei grandi “visionari” di ogni epoca.
Il termine Apocalisse evoca immagini di morte e
distruzione totale.
Eppure in origine aveva un significato positivo e non
negativo in quanto significa rivelazione cioè come
svelare quale sarà la nostra vita dopo il nuovo avvento
del regno di Dio.
Secondo alcuni biblisti l'apocalisse di Giovanni vuole
dare agli uomini la speranza per aiutare a sopportare
l'insopportabile.
Un messaggio di speranza al quale Felice Nittolo con le
sue ultime opere sembra voler aderire.
L'artista, non nuovo a questo tipo di messaggi
soprattutto nel campo del “nuovo” mosaico, oggi ci
sbalordisce con la sua pittura che si nutre e si
sostanzia di materia e di colore squillante; sono
vampate di fuoco e squarci di fulmini saettanti, ma
nella loro sequenzialità razionale stanno ad indicare
che, ancora una volta, la crisi di valori sarà
debellata.
Non dimentichiamo che abbiamo stabilito un'alleanza con
Dio: la fine del mondo? Sì, ma solo per iniziarne uno
più bello e più buono. Nostradamus disse che “avremo il
futuro che meritiamo”.
RINASCITA
FELICE NITTOLO il giorno dopo
la RINASCITA
E’ l’alba
del 22 dicembre 2012.
Non è successo nulla di quanto si temesse.
Felice Nittolo dall'installazione
dell'apocalisse è passato alla RINASCITA (come aveva
promesso, esorcizzando la fine del mondo). Ha riempito
tutto lo spazio della galleria con un prato disseminato
da fiori. L'artista ci fa camminare su questo prato
fiorito per assorbire dalla terra l'energia necessaria a
proseguire il cammino in questo mondo intrinseco di
complicanze.
Questo è quello che troveremo sabato sera alle 18,00
nella sede dell'associazione culturale niArt Gallery.
Un tempo, superbamente ed erroneamente, credevamo la
terra al centro dell’Universo e abitata da esseri
viventi simili a un DIO-artista che aveva plasmato un
pugno di argilla a sua immagine e somiglianza;
contento della sua creatura gli faceva i doni più belli:
i colori più brillanti, le forme viventi più diverse, il
mare e le stelle.
Bastava affidarci a questa consapevolezza per vivere
insieme alle altre creature in pace e armonia.
Invece ci siamo dati alla più illogica ed irrazionale
distruzione di quanto c’era stato donato.
Presi da sensi di colpa abbiamo trepidato per noi e per
i nostri figli ma immancabilmente
riprenderemo le cattive maniere di sempre comportandoci
come quei vermi che mangiano la mela in cui sono nati.
Il grido di dolore e di pietà, che si eleva alto dai
messaggi di profeti inascoltati ed incompresi, rimane
come un'eco che si spegne nell’indifferenza e nella
rassegnazione.
Se questa superstizione non si è verificata, non
significa dimenticare che le cessazioni della vita sulla
terra non ci siano già state.
Chi deve rimarcare queste semplici verità se non gli
artisti-profeti della contemporaneità?
Per ora godiamoci questo piccolo grande miracolo che la
fantasia di Nittolo ha creato; mentre dalle teste
squarciate dalle meteoriti nasce un fiore. sublimando
nella visione di un prato fiorito, un inno di lode
francescano rivolto a quel Dio che dopo il diluvio fece
una promessa a Noè: “Mai più!”